vita, arte e peripezie
di Gianni Agus
Chi è il protagonista, lui o Paolo Villaggio?
Difficile dirlo. Senza Gianni Agus, nei panni del direttore dispotico, con quella risata che illumina tempi e battute, il successo di Giandomenico Fracchia, maschera d’una comicità spietata, forse non sarebbe stato così travolgente.
Merito del suo talento delle grandi capacità di Agus, ma anche dell’assiduo, infaticabile lavoro dell’attore.
Il lavoro dell’attore.
Agus, Villaggio e Fracchia.
È il 1969. Fracchia è già comparso sui teleschermi l’anno precedente, ma è quando Gianni Agus affianca Paolo Villaggio, nella trasmissione È domenica, ma senza impegno, che si scrive una pagina storica della satira televisiva.
Il pubblico impazzisce per quel personaggio spaurito e servile – sintesi grottesca d’una certa Italia, – che diventa irresistibile quanto più è maltrattato dal terribile capufficio.
E dunque la cosiddetta spalla, la sua forte personalità, può anche rubare la scena al protagonista. Basta una frase, un accento, un gesto e il gioco è fatto, ma è una partita sottile, che declina Il lavoro dell’attore con garbo e intelligenza, con esperienza e genio, che chiaramente non è da tutti.
È da Gianni Agus, cagliaritano nato il 17 agosto 1917 che, dopo le prime esperienze nei teatri della sua città, approda a Roma, troppo tardi per iscriversi ai corsi dell’Accademia d’Arte Drammatica, ma rimedia con il Centro Sperimentale di Cinematografia.
Il lavoro dell’attore.
Quello strano litigio
Gianni Agus è scomparso il 4 marzo 1994, 26 anni fa. Era il 1985, quando l’ho incontrato nella sua bella casa romana. Mi aveva incuriosito, nell’autobiografia, come Vittorio Gassman racconta il suo debutto – nel 1943 – con La nemica di Dario Niccodemi.
Nora Ricci gli telefona:”Corri a Milano: hai una scrittura.” L’attor giovane della compagnia, Gianni Agus, aveva fatto le valigie per divergenze artistiche. Pare ci fosse stato un litigio non solo verbale con la primattrice.
Preceduto da una delle sue risate contagiose, ecco il retroscena svelato da Agus:”Non dia retta a Vittorio. Lui dice addirittura che io alzai le mani sulla Alda Borelli. È per fare più colore, mi ha spiegato. Vittorio è un amico, un grande attore, però è triste leggere che ho picchiato una donna.”
Il lavoro dell’attore.
La commedia musicale.
Un gentiluomo, nella vita e sulle scene, Agus semmai le botte le ha prese. È il 1954, a Roma si prepara Giove in doppiopetto, una delle grandi commedie musicali di Garinei e Giovannini. Giove è Carlo Dapporto. Lucy D’Albert, Agus e Delia Scala sono Giunone, un malcapitato marito e una moglie insidiata dal Sire degli Dei. È la trama, riveduta e corretta, dell’Anfitrione di Plauto.
Prova generale, scena degli schiaffi, molto dolorosa. Il racconto di Agus:”Lucy d’Albert era una donna piuttosto ben piantata, con delle mani che sembravano bistecche. Delia Scala non aveva ancora sufficiente mestiere per misurare la potenza dei suoi ceffoni. Presi una settantina di schiaffi da Giunone, che mi rimproverava di aver offerto mia moglie a Giove su un piatto d’argento, e da mia moglie, che mi riteneva un debole. Ero già completamente rimbambito quando, dal fondo della sala, sentii le voci di Garinei e Giovannini, la facciamo da capo. Al mio rifiuto deciso, risposero senza scomporsi, allora te ne vai. Ci pensai un attimo e poi la resa, ricominciamo da capo. Alla fine avevo due orecchie che sembravo un asino, tanto mi avevano picchiato quelle due donne.”
Inconvenienti del lavoro dell’attore, che Gianni Agus ha frequentato in tutte le possibili varianti. Non solo teatro – leggero e drammatico – ma anche cinema, radio, tivù.
“La professione è disponibilità a fare tutto. Ho sempre pensato che l’attore non deve fossilizzarsi. Ripetere lo stesso ruolo? Che noia! L’importante è fare teatro con la T maiuscola, cercando sempre di cambiare, di rinnovarsi”
Il lavoro dell’attore. La memoria.
Qui la memoria va ai teatri della gioventù:“Ricordo il Politeama Regina Margherita e il Civico, ch’era un teatro delizioso. Ho visto passare tante grandi compagnie, ma soprattutto concerti, opere liriche. C’era un pubblico competente, esigente. Io ho iniziato proprio a Cagliari, in una filodrammatica della Manifattura Tabacchi. Avrò avuto 16, 17 anni.”
Dunque è a Cagliari, la sua città, che è nata la passione di Gianni Agus per il teatro, per Il lavoro dell’attore.
E poi il salto a Roma:”Arrivai nella Capitale ch’erano i primi anni di guerra. Per tirare avanti erano gran caffellatti. Ma terminai gli studi e, siccome il Minculpop obbligava a scritturare i migliori elementi del centro, fui preso dalla Scalera film. Fu scritturata anche Alida Valli. Per il cinema feci solo delle piccole parti, fino a quando l’insegnante di drammaturgia mi segnalò alla Merlini che cercava un attor giovane. Dopo due anni ero già in compagnia con Ruggero Ruggeri.”
Il lavoro dell’attore. La rivista.
L’approdo alla Rivista quasi per caso:”La Rivista fu una scelta forzata che poi divenne un grande amore. Ero a Roma, durante l’occupazione tedesca, e passavo i miei guai. Le repliche, con Ruggeri, erano finite. Non potevamo lasciare la Capitale. Senza un soldo, senza la possibilità di comunicare con i miei, come avrei fatto a sopravvivere? Ricevetti una proposta da Michele Galdieri, che mi convinse a fare la Rivista, anche perché dovevo pur mangiare. Ma chi l’avrebbe comunicato al grande Ruggeri? Non ebbi il coraggio di farlo di persona e pregai l’amministratore di sostituirmi nell’incombenza. Quando seppe, Ruggeri adoperò la sua celebre voce cantilenante con un misto di orgoglio aristocratico e di protezione paterna: Che la faccia, che la faccia la rivista, ma mi ritorni serio ( Agus ride sonoramente, ndr ). Per lui era proprio un’evasione. Per me fu un’esperienza indimenticabile. Feci uno spettacolo con Totò e Anna Magnani Immagini che meravigliosa combinazione di talenti! S’intitolava Che ti sei messo in testa? Era tutta satira.”
Il lavoro dell’attore. Con i grandi.
Nel lavoro dell’attore, importante il sodalizio con Wanda Osiris:”Una diva, credo irripetibile oggi. Con lei facevo Il brillante. Ho lavorato anche con Rascel, Viarisio, Billi e Riva, persino con Sordi. Si facevano allestimenti monstre, 70-80 persone. Con Garinei e Giovannini ho fatto 8 spettacoli”.
Nell’albo d’oro dell’attore cagliaritano c’è anche L’opera da tre soldi, diretta da Strehler, e Il Matrimonio del signor Mississippi di Durrenmatt, produzione del Teatro Sardegna, regia di Marco Parodi.
Quanti spettacoli! Quanto teatro, quanto cinema, televisione, per le sue sorprendenti capacità artistiche, il suo lavoro dell’attore! Ma per il grande pubblico Agus rimarrà sempre lì, in tivù, mentre tiranneggia il povero Paolo Villaggio alias Fracchia. Coppia d’assi nel cielo dei comici.