Sorriso timido. Oratore chiaro, lucido, ma non trascinante. Immagine tivù tutt’altro che da leader decisionista. Enrico Berlinguer ha conquistato gli italiani, non solo i comunisti, non solo gli elettori di sinistra, contro tutte le strategie formulate dai guru della comunicazione. Un successo che regge alla prova del tempo. Il suo carisma rimane intatto a 35 anni dal comizio a Padova, il malore, il volto che si spegne, il dolore e l’affetto della folla immensa nell’ultimo saluto.
Quale alchimia ha portato quest’uomo riservato, schivo, a diventare non solo il protagonista della politica nazionale, ma anche il compagno di strada, l’amico, il punto di riferimento nella vita di tutti i giorni? Parole ne sono state spese tante, ma le mille e ancora mille definizioni forse non bastano a contenere le sfumature di un profilo così complesso nelle maglie della maturazione linguistica. Non ricordo più quale grande strutturalista, per ingannare la retorica dell’incipit di un romanzo, aveva immaginato di afferrare una frase che volteggia nell’aria come una libellula, come una farfalla imprendibile. Chi scrive cerca, per quanto può, di evitare frasi fatte, luoghi comuni, ma l’invenzione linguistica, il discorso che ribalta il tavolo, che indica la strada è frutto del genio visionario. Genio visionario è senz’altro Gramsci, capace d’inventare parole nuove per dare forza all’azione politica. E lo è anche Berlinguer, quando parla di esaurimento della “spinta propulsiva” nelle società dell’est europeo. E anche di socialismo basato “sui principi di libertà e di democrazia”. Ci voleva coraggio, in quegli anni, prima della caduta del muro. E ci vuole coraggio, visione, oggi, quando altri muri vengono innalzati.
Perciò svetta Enrico Berlinguer, il leader dal carisma timido che molti di noi sentono ancora vicino.
Facebook
Twitter
LinkedIn
Post Recenti
Sergio Tofano maestro d’ironia
4 Ottobre 2020
Il lungo sguardo
30 Agosto 2020
Gassman il mattatore
4 Agosto 2020
Una donna semplice
23 Giugno 2020
Il sogno americano
9 Giugno 2020
Attilio Gatto
Nato il 17 ottobre 1955. Giornalista, ha lavorato per l’Unità, Paese Sera e alla sede Rai per la Sardegna. Si è laureato in lettere all’Università di Cagliari, con una tesi in storia del teatro.
Post correlati
Sognando la libertà
23 Aprile 2021
Sergio Tofano maestro d’ironia
4 Ottobre 2020
Il lungo sguardo
30 Agosto 2020