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“Evita le allitterazioni, anche se allettano gli allocchi”. Comincia così una famosa “Bustina di Minerva” di Umberto Eco. 41 “istruzioni per scrivere” che, con un funambolismo linguistico, contengono l’errore che l’autore intima di evitare. E l’errore, specie di “mucca viola”, dipinge le parole con stupefacenti impasti di colori. C’è l’ironia e c’è anche la poesia:”Allettano gli allocchi.” E tra l’altro:”Guardati dalle metafore troppe ardite: sono piume sulle scaglie di un serpente.” “Metti, le virgole, al punto giusto.” “Ricorda (sempre) che la parentesi (anche quando pare indispensabile) interrompono il filo del discorso.” “Neppure i peggiori fans dei barbarismi pluralizzano i termini stranieri.” Un capolavoro:”Sii conciso, cerca di condensare i tuoi pensieri nel minor numero di parole possibile, evitando frasi lunghe – affinché il tuo discorso non contribuisca a quell’inquinamento dell’informazione che è certamente (specie quando inutilmente farcito di precisazioni inutili, o almeno non indispensabili) una delle tragedie di questo nostro tempo dominato dal potere dei media.” “Sii avaro con le citazioni. Diceva giustamente Emerson:”Odio le citazioni. Dimmi solo quello che sai tu.” E bada bene:”Non essere enfatico! Sii parco con gli esclamativi!”

E così sia (in, qualsivoglia momento o, tormento), tosto o tardi, poiché “odio gli indifferenti!”, prendo posizione, “uccidiamo il chiaro di luna!”, vivi e vegeti, sapendo di non sapere, “Oplà, noi viviamo!” 

Grazie Maestro!!

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